La storia di una bottega
Amy Levy
Pagine: 224
Prezzo: 12,00
Trama: nella Londra di
fine Ottocento, le giovani sorelle Lorimer perdono
improvvisamente il padre e finiscono sul lastrico. Rifiutandosi di accettare
un destino che le vedrebbe divise tra i vari familiari che si sono offerti
di dar loro ospitalità e protezione, scelgono di restare insieme e di
sopravvivere con le proprie forze: fra lo sgomento generale, si
trasferiscono nell'affollata e viva Baker Street, nel centro di Londra, e
aprono una bottega di fotografia. Lacerate dai dubbi, sballottate dai colpi
della fortuna, eppure appassionate e tenaci, Gertrude, Lucy, Phyllis e Fanny
cercano di resistere alle privazioni e di conquistarsi uno spazio nella
società, difendendo un'indipendenza per nulla scontata nella tarda età
vittoriana. Nel 1888, Amy Levy realizza un originale e raffinato ritratto di
donne emancipate e moderne, utilizzando una metafora assolutamente calzante,
quella della tecnica fotografica. Come la fotografia imprime, con leggi e
codici del tutto nuovi, la realtà, stravolgendo per sempre l'arte e il
concetto di immagine; nella stessa misura, le quattro protagoniste rivolgono
uno sguardo più genuino alla vita, incarnando una donna, al contempo
idealista e concreta, che annuncia il mutamento rapido e inarrestabile della
condizione femminile alle porte del ventesimo secolo.
La mia opinione: ancora una volta la Jo March Agenzia Letteraria ci da la possibilità di leggere finalmente in italiano un altro gioiellino della letteratura inglese. Questa collana Atlantide mi piace davvero tanto, dopo "Nord e sud", anche "La storia di una bottega" si è rivelato essere un gran bel libro, soprattutto di qualità, una cosa che non è mai da dare per scontato!
Un elogio va fatto all'autrice della prefazione: scritta magistralmente, ci mostra chi fosse Amy Levy e quali siano state le cause che l'hanno portata a morire suicida a soli 27 anni. Un animo sensibile, ma al tempo stesso determinato, l'autrice inglese è riuscita ad affermarsi, così come le protagoniste del suo libro, in campi là dove gli uomini la facevano da padroni. E' stato stupendo poter leggere questa bellissima introduzione per comprendere, prima ancora del libro, la sua aurice come donna.
Il romanzo in questione racconta della caduta e della ripresa, non senza alcuni dolori e dispiaceri, delle sorelle Lorimer. Alla morte del padre, dopo aver venduto quasi tutto per saldare i debiti, le quattro ragazze decidono di prendere in mano le redini della propria vita e dare il via ad un'attività all'epoca molto insolita per delle donne, ovvero quella di fotografe.
In un ambiente prettamente maschile, le sorelle dovranno stringere i denti e lottare giorno dopo giorno per vedere riconosciuto il loro lavoro, per far sì che venga messo sullo stesso piano di quello degli uomini.
La strada per loro è tutta in salita, le ristrettezze non faranno che renderla più faticosa, tuttavia, anche grazie a qualche amico che ha a cuore la loro situazione, riusciranno nei loro intenti.
Non manca la parte sentimentale, inserita perfettamente nella storia e davvero molto piacevole! Per le sognatrici romantiche come me, un pizzico di love story non guasta mai, anzi!
Amy Levy anticipa quello che sarà uno dei grandi temi del '900: il ruolo delle donne nella società sta per cambiare, pian piano esse capiscono di non essere inferiori e di avere dei diritti da far rispettare, sia nell'ambito familiare che sociale.
Con maestria, l'autrice ha mostrato a tutti i lettori, sia dell'epoca che dei giorni nostri, che le donne sono in grado, come gli uomini, di lavorare ed essere brave in quello che fanno, che possono badare a sé stesse, essere indipendenti e trovare la forza di raggiungere gli obiettivi che si sono prefisse, così come le sorelle protagoniste di questo romanzo, ciascuna con un talento e con il coraggio di esprimerlo al meglio.
Il mio voto:
Bella recensione! Devo sicuramente recuperare questa piccola perla!
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