sabato 9 giugno 2012

Recensione: In verità è meglio mentire - Kerstin Gier

In verità è meglio mentire
Kerstin Gier




Editore: Corbaccio
Pagine: 220
Prezzo: 9,90 €

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158 di quoziente intellettivo, plurilaureata, brava musicista, una maga con i numeri, carina, un po’ freak e…vedova a nemmeno trent’anni: Carolin trova che la sua vita sia decisamente complicata e che la sua intelligenza rappresenti più che altro un impiccio nella ricerca della felicità. Ha abbandonato il fidanzato Leo per il padre di lui, Karl, uomo ben più affascinante e in grado di apprezzare le sue qualità. Ma dopo cinque anni Karl muore improvvisamente lasciandola in un mare di guai, primi fra tutti una favolosa eredità di cui Carolin non sospettava l’esistenza, e un esercito di parenti infuriati che la rivendicano. Fra psicoterapeute incapaci, farmacisti sospettosi e avvocati minacciosi, Carolin cerca di superare il suo dolore, cavarsi fuori dai guai, e , perché no?!, trovare l’uomo giusto per lei, a cui non importi se è «troppo» intelligente…



La mia opinione: quando Carolin perde il marito Karl, tutta la sua vita sembra essere di colpo svuotata di significato. Che senso ha vivere normalmente se lui non è più lì accanto a lei?
Ma chi è Carolin e qual è la sua storia?

Carolin ha trent'anni, un quoziente intellettivo pari a 158, suona il mandolino, parla cinque lingue ed è plurilaureata. Ah sì, è vedova da tre settimane. In realtà suo marito è il padre del suo ex-ragazzo, insolito no?
La protagonista di questo libro è, senza dubbio, una donna eccezionale e non è mai riuscita a relazionarsi normalmente con gli altri, figurarsi con un ragazzo. 

Quando Leo diventa il suo fidanzato tutto le appare perfetto, il loro rapporto non ha difetti, così come il suo partner. Eppure l'idillio comincia a dissolversi quando Carolin incontra la mamma e le sorelle di Leo, delle donne insopportabili che non fanno altro che elogiare le proprie capacità. 
Carolin invece non rivela nulla di sè, facendo credere che sia una normalissima ragazza, perfino banale e di certo non all'altezza del fantastico Leo (o almeno è ciò che le tre donne credono).
Il disastro però avviene alla festa dei settant'anni della nonna del suddetto fidanzato: il padre di Leo, Karl, torna inaspettatamente e flirta con Carolin che, involontariamente, umilia la sorella "pianista" di Leo suonando un brano alla perfezione dietro sollecitazione della ragazza. Ed è qui che l'immagine perfetta di Leo comincia ad incrinarsi, vengono alla luce aspetti del suo carattere che non sono affatto spiacevoli. I due si lasciano...

Il destino ha in serbo altro per Carolin che, dopo essere stata coinvolta in un incidente, si ritrova tra le braccia di Karl finalmente compresa, ascoltata e amata. 
Non importa che lui sia molto più vecchio di lei, ciò che conta è che Carolin si senta finalmente accettata essendo se stessa. E' lui l'uomo della sua vita.
Naturalmente tutto ciò scatenerà le ire di Leo...

Ma torniamo al presente!
Vinta dal dolore, Carolin si ubriaca e crolla sul marciapiede antistante la casa della sorella; viene soccorsa da un'affascinante sconosciuto che si rivelerà essere Justus, un farmacista. Justus avrà una parte attiva nella ripresa di Carolin, sarà il suo primo vero amico e forse anche qualcosa di più.

Mentre la nostra vedova è impegnata con la psicoterapia con una psicologa tutt'altro che competente, un nuovo evento turba la pace ritrovata di Carolin: la grossa eredità lasciatole da Karl, della quale non sapeva nulla, diviene presto preda della bramosia della famiglia di Leo.
Dovrà difenderla con le unghie e con i denti!!!

Il finale che l'autrice ci riserva è molto aperto, la protagonista è maturata, il suo approccio con la vita e con gli altri finalmente migliora e il suo essere "speciale" non è più un ostacolo.

"In verità è meglio mentire" viene presentato come un romanzo leggero e divertente, in realtà è molto di più, è la storia di una donna che finalmente matura, cresce, affrontando i dolori che la vita le ha riservato, non arrendendosi davanti alle difficoltà; il tutto condito con una sana ironia, tratto distintivo di Kerstin Gier!!!



Il mio voto:

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