mercoledì 15 luglio 2020

RECENSIONE: L'ULTIMO RE- Bernard Cornwell

 

L'ULTIMO RE

Bernard Cornwell


Editore: TEA
Pagine: 406
Prezzo: 9,00 €

Trama: Terra degli Angli, 866: una terra divisa in piccoli territori guidati da sovrani barbarici. Uomini feroci, vichinghi, guerrieri del Nord arrivano per razziare, uccidere, conquistare. Il giovane Uhtred, erede al titolo di aldermanno di Bebbanburg, dopo la morte del padre viene adottato dal re normanno Ragnar: in pochi anni impara a battersi con coraggio e ad andare per mare, e diventa per Ragnar come un figlio. Ma l'intrigo, la passione e infine il tradimento riportano Uhtred dal suo vecchio precettore, che lo presenta all'unico sovrano in grado di opporsi agli uomini del Nord: Alfredo, che un giorno verrà chiamato il Grande. Ma per riconquistare il suo titolo, Uhtred dovrà affrontare il nemico in campo aperto.


La mia opinione: amanti dei romanzi storici, a me! Sono sicurissima che la maggior parte di voi conoscerà Bernard Cornwell, tuttavia raramente sento parlare in giro della sua saga "Le Storie dei Re Sassoni", da cui è stata tratta la serie tv The Last Kingdom.
In realtà nemmeno di questa sento parlare molto in Italia, perciò se amate le serie storiche vi consiglio caldamente di iniziare a guardarla.
Ma siamo qui per parlare del primo romanzo della saga, quindi direi di non indugiare oltre.

Siamo nell'866, in quella che non è ancora l'Inghilterra unita, e la nostra storia segue le vicende di Uthred di Bebbanburg, un personaggio che non potrete non amare: in seguito all'attacco da parte dei danesi e all'uccisione di suo padre, il piccolo Uthred viene accolto e adottato dal guerriero Ragnar il quale ha intravisto in lui qualcosa di speciale, uno spirito indomito e un'intelligenza che gli fanno da subito provare simpatia per quel ragazzetto insolente e sfrontato.
Da quel momento in poi Uthred crescerà come un vero danese, farà sua una cultura che gli si addice decisamente meglio di quella cristiana: il culto degli antichi dei, i rituali pagani esercitano su Uthred un fascino che anche il lettore avverte e dei quale si subisce inevitabilmente l'influenza.

Il nostro protagonista, alla ricerca della vendetta e desideroso di riconquistare Bebbanburg, incrocerà sul proprio cammino le strade di tanti personaggi carismatici: i fratelli Lothbrokson (esatto, Ivar il senz'ossa, Ubba e compagnia), per citarne alcuni, e soprattutto Alfred, che sarà poi conosciuto come il Grande.

C'è una frase ricorrente in questo libro, e in tutte le vicende legate a Uthred: il fato governa ogni cosa. Si tratta di un concetto che trovo estremamente affascinante, quest'idea che le nostre vite, il nostro scopo siano già stati decisi; possiamo compiere delle scelte e queste determineranno le deviazione che prenderemo, le persone che incontreremo sul nostro cammino, ma il nostro destino è già deciso.
Uthred crede fermamente in questo e ammetto che più leggevo la sua storia, o meglio l'inizio della sua storia, e più mi convincevo che avesse ragione lui.

Ecco, Bernard Cornwell ha questa dote, riesce ad incantarti con le sue parole, con le sue storie e mi sono ritrovata più volte nel corso della lettura a riflettere su quanto sia uno scrittore dotato di un talento incredibile, abile nel fondere realtà e finzione, personaggi reali e fittizi.

Raramente uno scrittore riesce ad aver uno stile di scrittura degno di nota e a creare dei personaggi incredibili allo stesso tempo, ma lui lo fa e la cosa mi ha lasciata totalmente a bocca aperta.

La sua scrittura è meravigliosa, soprattutto nelle descrizioni delle battaglie si ha spesso la sensazione di star leggendo un poema epico; Cornwell usa le parole con una tale eleganza che riesce a rendere interessanti i duelli, gli scontri ed è una delle cose più difficili da fare.

I suoi personaggi sono un altro punto di forza, li si ama e li si odia, a volte contemporaneamente, ma è impossibile restare loro indifferenti.

Uthred è un protagonista carismatico, insolente, irriverente, sfrontato, ambizioso e leale: ci sono momenti in cui vorresti prenderlo a schiaffi, altri in cui non puoi che ammirare la sua intelligenza, la sua prontezza e perspicacia e resti lì, fissando la pagina e pensando a tutte le grandi cose che potrà fare nella vita con quelle doti.
Ovviamente non posso non menzionare Alfred. Così come nella serie tv, per Alfred provo un misto di amore e odio: amore perché la sua determinazione nel portare a termine il proprio compito, unire tutti i regni dell'Inghilterra, è encomiabile, il suo personaggio trasuda carisma da tutti i pori; odio perché, pur di ottenere ciò che vuole, è disposto a manipolare gli altri e riesce a farlo con molta abilità, su questo non ci sono dubbi.
Ho apprezzato tanto il fatto che nel libro ci sia la possibilità di approfondire il personaggio di Ragnar, che per Uthred è una seconda figura paterna: per ovvie ragioni nella serie tv lo abbiamo visto pochissimo, ma in questo volume possiamo conoscerlo, apprezzare il suo rapporto con Uthred e l'influenza che ha sul percorso di crescita di quest'ultimo.
Infine, no non ho dimenticato Brida. Ragazzi io non me la ricordavo così psicopatica, ma la sua caratterizzazione mi è piaciuta tanto, così come la sua relazione con Uthred.

Che dire? Un storia che, seppur ai suoi albori, è già indimenticabile: personaggi dei quali è impossibile stufarsi e una scrittura eccellente. Se amate i romanzi storici recuperate immediatamente "L'ultimo Re" e vedrete che passerete il resto dell'estate incollati alle pagine della saga de "Le storie dei re sassoni".
Personalmente non vedo l'ora di continuare a leggere delle avventure di Uthred di Bebbanburg!




Il mio voto: 



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