lunedì 4 giugno 2018

RECENSIONE: IRON FLOWERS - Tracy Banghart



IRON FLOWERS 

Tracy Banghart


Editore: DeAgostini
Pagine: 382
Prezzo: 15,90 €

Trama: non tutte le prigioni hanno le sbarre. In un mondo governato dagli uomini, in cui le donne non hanno alcun diritto, due sorelle non potrebbero essere più diverse l'una dall'altra. Nomi è testarda e indisciplinata. Serina è gentile e romantica, e sin da piccola è stata istruita per essere un esempio di femminilità, eleganza e sottomissione. Sono queste le doti richieste per diventare una Grazia, una delle mogli dell'erede al trono. Ma il giorno in cui le ragazze si recano nella capitale del Regno, pronte a conoscere il loro futuro, accade qualcosa di inaspettato che cambierà per sempre le loro vite. Perché, contro ogni previsione, è proprio l'indomabile Nomi a essere scelta come compagna del principe, e non Serina. E mentre per Nomi inizia una vita a palazzo, tra sfarzo e pericolosi intrighi di corte, sua sorella, accusata di tradimento per aver mostrato di saper leggere, viene confinata sull'isola di Monte Rovina, un carcere di donne ribelli in cui, per sopravvivere, bisogna combattere e uccidere. È così che entrambe si trovano prigioniere, l'una di una gabbia dorata e l'altra di una trappola infernale. Per le due sorelle la fuga è impossibile: un solo errore potrebbe significare la morte. E allora, quando non c'è soluzione, l'unica soluzione è cambiare le regole.



La mia opinione: in tutti questi anni da lettrice e blogger avrei dovuto imparare a non creare nella mia testa aspettative troppo alte, soprattutto con quei libri che vengono presentati come il caso letterario dell'anno, il nuovo Hunger Games (e anche se il paragone non è stato fatto per questo libro, giuro che ho perso il conto di quante io abbia letto questa frase riferita a nuove pubblicazioni).
"Iron Flowers" prometteva bene, benissimo anzi, perciò mi sono immersa tra le sue pagine con grande entusiasmo, salvo poi restare sempre più delusa man mano che la lettura proseguiva.

Il libro di Tracy Banghart è ambientato in un mondo patriarcale, nel quale le donne sono creature sottomesse agli uomini e alle quali è impedito quasi tutto, anche leggere. 
Al centro della storia raccontata ci sono due sorelle, completamente diverse tra di loro: Serina è una giovane donna ubbidiente, determinata a diventare una delle Grazie dell'Erede e riscattare le sorti della propria famiglia; Nomi ha uno spirito ribelle, odia la società in cui vive, ma allo stesso tempo è decisa a lavorare sodo per il bene dei suoi cari.

Quando Serina viene scelta per partecipare alla selezione che decreterà chi saranno le nuove Grazie, sembra che tutto proceda secondo i piani. Lei è bellissima, come sempre, aggraziata, sottomessa, mentre Nomi cerca di ricoprire il suo ruolo di Ancella, per quanto le sia possibile, senza arrecare danno alla sorella.
Tuttavia, il temperamento di Nomi si risveglia quando si ritrova faccia a faccia con l'Erede e da quel momento tutto inizia a degenerare.

Nomi, non Serina, viene scelta a sorpresa per essere una delle tre Grazie dell'Erede, mentre la sorella viene relegata al ruolo di Ancella. 
Sembra però che il Fato abbia deciso di accanirsi  e un episodio fa sì che una delle due sorelle venga incriminata e portata via.
Da quel momento in poi ciascuna delle due dovrà adattarsi alla sua nuova vita, cercando di trarne il meglio.

Da adesso in poi potrebbe esserci qualche piccolo spoiler, perciò siete avvisati!

Di questo libro ho apprezzato una sola cosa: il world building. 
Soprattutto nella seconda parte, ci vengono date informazioni molto interessanti riguardo il mondo nel quale la storia è ambientata, permettendoci anche, attraverso un excursus storico, di capire come si è arrivati all'attuale assetto socio-politico. 

Tutto ciò che riguarda l'ambientazione mi è piaciuto molto, meno invece mi sono piaciute le due protagoniste. Le ho trovate un po' stereotipate, soprattutto in riferimento al personaggio di Serina e alla sua storyline, e devo ammettere anche che non sono state ben caratterizzate, si tratta di personaggi molto piatti ai quali mancano tutte quelle sfumature che avrebbero contribuito a renderle più verosimili.

Nomi, da ragazza forte e desiderosa di libertà, sembra indebolirsi nel corso della storia, facendo invece sempre più affidamento sul personaggio sbagliato. Se avete in passato letto un libro in particolare, del quale non farò il titolo per evitare di rovinarvi la lettura, sono certa che anche voi sarete in grado di smascherare la sua vera natura già a metà romanzo.

Molte delle cose che accadono ad entrambe erano facilmente prevedibili, soprattutto se siete persone che leggono tanto questo genere letterario, e ad un certo punto diventa un gioco da ragazzi prevedere gli eventi prima che abbiano luogo.

Mi dispiace dirlo, ma ho trovato "Iron Flowers" un libro scontato, prevedibile e per nulla entusiasmante, sebbene abbia comunque dei pregi, come l'ambientazione creata, lo stile dell'autrice, che ho trovato piacevole, e il messaggio fortemente femminista. 
Tuttavia non posso ignorare i difetti di questo romanzo, di conseguenza il mio voto è abbastanza basso. Un vero peccato perché questo libro aveva grandi potenzialità che non sono state sfruttate al meglio.


Il mio voto:







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