HYPERVERSUM. IL CAVALIERE DEL TEMPO
Cecilia Randall
Editore: Giunti
Pagine: 800
Prezzo: 9,90 €
Trama: sono passati tre anni dal momento in cui Ian e Daniel si sono salutati prendendo strade (e secoli) molto diversi tra loro. Di tanto in tanto, Daniel non può fare a meno di ritentare una partita con Hyperversum, nella speranza di incontrare nuovamente l'amico. Inaspettatamente, un giorno, riceve una misteriosa mail firmata Falco d'Argento, il soprannome con cui Ian è conosciuto nella sua vita medievale. Daniel è sconvolto: come è possibile? È ancora una volta il gioco che si intromette nelle loro vite? È realmente Ian, che ha trovato un nuovo varco nel tempo? O qualcuno si cela dietro le ali del Falco? E perché?
La mia opinione: com’è possibile che sia arrivata al termine di
questa trilogia?
Immagino che se avessi letto gli Hyperversum al tempo della loro pubblicazione, sarei andata in crisi d’astinenza. Per fortuna ho la possibilità di tornare dai personaggi rileggendo i libri incentrati sulla nuova generazione, ma non vi nascondo che provo ugualmente quel tipico senso di abbandono che mi assale ogni volta che ho finito di leggere un libro particolarmente amato.
Immagino che se avessi letto gli Hyperversum al tempo della loro pubblicazione, sarei andata in crisi d’astinenza. Per fortuna ho la possibilità di tornare dai personaggi rileggendo i libri incentrati sulla nuova generazione, ma non vi nascondo che provo ugualmente quel tipico senso di abbandono che mi assale ogni volta che ho finito di leggere un libro particolarmente amato.
Avrete quindi già capito quale sarà il tono di
questa recensione, vero?
“Il cavaliere del tempo” è un libro nel quale ho
ritrovato il senso di avventura che avevo già apprezzato nei precedenti volumi,
ma devo dirvi che Cecilia Randall ha trovato anche il modo di far soffrire me e
uno dei personaggi, ma non vi dirò chi!
In questa nuova avventura Daniel e Ian fanno un
grande progresso con il gioco, finalmente sembrano aver trovato il modo di
controllarlo ed usarlo a loro piacimento. C’è solo una possibilità che non
avevano tenuto in conto: cosa succederebbe se, nel momento in cui si apre il
passaggio spazio – temporale, al gioco fosse connesso un altro giocatore da
un’altra postazione.
Vi dico io cosa significa: guai grossi!
Se al tempo del primo “viaggio” i nostri beniamini,
o la maggior parte di loro, si trovavano ad affrontare quella spaventosa
situazione insieme, il povero Ty Hamilton si ritrova catapultato nel Medioevo
senza sapere come o perché e, soprattutto, senza conoscere nessuno.
Il tempo affinché Ian e Daniel capiscano la
situazione è sufficiente perché Ty si metta nei guai, e toccherà al conte di
Ponthieu e al suo fidato uomo tirarcelo fuori.
“Il cavaliere del tempo” è una conclusione perfetta
per questa trilogia. Ci regala nuove avventure, ci permette di viverle insieme
a tutti i personaggi che abbiamo conosciuto e amato, tenendoci con il fiato
sospeso fino alla fine.
La cosa che amo delle storie di Cecilia Randall è
che sono sempre imprevedibili: le sue avventure sono coinvolgenti, dal ritmo
incalzante, ricche di imprevisti che poi si risolvono, certo, ma sempre in modo
inaspettato!
È sempre un piacere essere coinvolti nelle avventure
di Ian e Daniel, cercare di trovare la soluzione migliore ai loro problemi e fare
il tifo per loro.
In questo volume torniamo ancora una volta in
Francia, dopo la breve parentesi a Dunchester in Inghilterra dello scorso
volume, e questo ci permette di incontrare di nuovo e più a lungo i compagni
d’arme di Ian.
Leggere delle dinamiche che si sviluppano tra i diversi personaggi è così affascinante!
Leggere delle dinamiche che si sviluppano tra i diversi personaggi è così affascinante!
Per fortuna avremo anche modo di ritrovare le nostre
vecchie conoscenze inglesi, cosa della quale sono stata felicissima dato che
sapete quanto mi piaccia il personaggio di Geoffrey Martewall.
La parte finale del romanzo, archiviata la lunga
parentesi d’avventura, mi ha fatta soffrire tantissimo. Sapevo che prima o poi
una cosa del genere sarebbe capitata, ma non so perché immaginavo che si
sarebbe risolto tutto in fretta e magicamente. Invece no, ci tocca soffrire,per
un po’ almeno, prima di ritornare a sorridere.
Nessun commento:
Posta un commento