BRACE YOURSELF, RUFO IS BACK!
Avanti, suonava troppo bene per non scriverlo, dite la verità!
Tornando seria, è con grande felicità che posso annunciarvi l'imminente pubblicazione del nuovo libro della serie Roma Caput Mundi! Se avete amato i tre precendenti capitoli, non potete farvi scappare "Roma 46 d.C. Vendetta". Vendetta di chi, vi starete chiedendo? Eh, questo toccherà scoprirlo, anche se la bravissima Adele ci ha lasciato qualcosa che ce lo fa capire e potrete leggerlo alla fine del post.
Inoltre vorrei farvi notare un piccolo cambiamento: questo nuovo libro non sarà pubblicato da Fanucci come i precedenti, bensì sarà autopubblicato.
Io non posso che dirmi felice di questa scelta, perchè come sapete non ho in "simpatia" Fanucci e quelli di Adele sarebbero stati gli unici libri pubblicati da loro che avrei acquistato.
L'appuntamento è il 30 giugno per l'ebook e il 15 luglio per il cartaceo! Io non vedo l'ora!!!
Roma 46 d.C. Vendetta
Adele Vieri Castellano
Pagine: 260
Prezzo: 4,99 (ebook)
Data di uscita: 30 giugno (15 luglio per il cartaceo)
Contraccambiare il male ricevuto con
il male peggiore. Questo è ciò che ha spinto un uomo misterioso a compiere l’atto
più nefando. Marco Quinto Rufo questa volta non dovrà combattere guerre, né
affrontare feroci barbari ai confini dell’Impero perché la vendetta ha bussato
alla sua porta e pretende un tributo di sangue. Non il suo, né quello di sua
moglie ma quello di un essere indifeso che il vile, oscuro, nemico gli ha
sottratto. Lui che non teme nulla e nessuno dovrà affrontare il Male Supremo,
faccia a faccia, in una partita a due che avrà un solo vincitore ma non un solo
protagonista. Perché in quei giorni oscuri e terribili di sofferenza, l’amore
riuscirà a sconfiggere l’odio e un suo germoglio nascerà nel cuore dell’arciere
siriano Arash Tahmurat…
Scr. Castra di Mogontiacum m. november a.U.c. 794 (41 d.C.)Gneo Cornelio Fusco a Publio Cornelio Magno salutem dicit!Caro zio,oggi mi è stato fatto un grave torto. Oggi qualcuno mi ha offeso, qualcuno che mi insultava già con la sola sua presenza al mondo, qualcuno che il nostro mondo non è pronto a ricevere né lo sarà mai. Di questo gesto infame sulla mia persona porterò i segni sul volto per il resto della vita ma questo segno inciso, che vedo riflesso nello specchio, altro non è che la fonte della mia vendetta, l’origine del male che la colpirà.Zio, mio caro zio.Sappi che l’ira non è la sola conseguenza dell’ingiuria e io ho subito la peggiore e la mia ira altro non è che il desiderio di contraccambiare il male ricevuto con il male peggiore. Io avrei voluto nutrire questo seme, io avrei voluto schiacciarla come il più vile scarafaggio ma lei arriverà a Roma con la bella stagione e lì dovrà pagare il conto, lì pagherà con la vita. La sua vita inutile. Io, che sono nato nel sangue dei Cornelii, io che ho respirato le stragi della nostra famiglia, io che ti ho visto gioire davanti al sangue versato dei nostri nemici. Io sono tuo figlio, io sono stato offeso e questo sangue a me strappato è anche il tuo.Zio!
Sarai tu a realizzare la mia vendetta e già vedo nei tuoi occhi brillare una luce e so che quella luce è la stessa che brilla nei miei. Vedo le tue mani stringersi a pugno e poi aprirsi per ghermire il collo fragile, maledetto, che si spezzerà nella tua morsa, troppo debole per opporsi alla tua furia. Zio, vedo una fossa piena di sangue. Che spettacolo meraviglioso!Ne gioisco perché so che anche tu la vedi anzi, so che vorresti trasformare quella fossa in lago e quel lago in fiume scarlatto. Zio, caro zio, la mia ira diventerà la tua ferocia! Metterai il tuo piede sul suo cadavere e ti vanterai di questa impresa.Zio, il mondo non sarà lo stesso finché non pagherà e ogni goccia del suo sangue muterà la mia smorfia in risata. Tu vibrerai il fendente e sarà come se lo facessi io. Ti manderò sue notizie al più presto, saprai il nome, il quando e il come e fino ad allora, vigila in silenzio.Cura ut valeas!Gneo
Scr. Roma, m. november a.u.c. 794Publio Cornelio Magno a Gneo Cornelio Fusco a salutem dicit!Caro nipote,ho organizzato tutto! La baldracca germana morirà per mano di un sicario, la tua sofferenza verrà lavata dal suo sangue. Abbia fiducia, caro nipote. Ti informerò appena riceverò la lieta novella, abbi cura di te.Vale!Publio
Scr. Roma, m. aprilis a.u.c. 795 (42 d.C.)Tito Lucrezio Licino a Gneo Cornelio Fusco a salutem dicit!Caro amico Cornelio Fusco,è con grande dolore che ti comunico la funesta notizia della morte di tuo zio Publio Cornelio Magno, avvenuta per mano di un ausiliare batavo di nome Quinto Decio Aquilato. Or dunque, chi è questo Aquilato? Un selvaggio, una nullità che si proclama fedele a Roma.In senato mi sono sentito in diritto di ruggire, per chiedere ai miei illustri colleghi la sua testa, ma cosa credi sia accaduto? Nulla, che io sappia.Oggi ho scoperto che è sparito, volatilizzato e che nessuno sa più dove sia. Dicono che sia stato prelevato e portato fuori città in un luogo segreto. Ma io credo di sapere chi ha tramato per costringere il Sommo Principe Claudio al perdono di quel rifiuto, di quella mentula di merda batava: è Marco Quinto Valerio Rufo! I suoi accoliti sono ovunque, quell’uomo è potente a tal punto che una sua parola ha reso il nostro Principe suo succube e ha valso la salvezza al vile barbaro. Io... sono... scandalizzato, Cornelio Fusco!Che ci sta succedendo, visto che permettiamo a volgari selvaggi di agire a loro piacere e trucidare illustri cittadini romani in casa loro? Come ha osato compiere un atto del genere? La lingua latina non contempla sufficienti epiteti ingiuriosi con cui catalogare questo infame! Fammi sapere cosa intendi fare, io sono non solo indignato ma disposto a qualunque mossa pur di vendicare questo ignobile gesto.Vale!TitoScr. Castra di Mogontiacum m. maius a.u.c. 794Gneo Cornelio Fusco a Tito Lucrezio Licino salutem dicit!Caro Tito,la funesta notizia mi è giunta poco prima della tua lettera. Sono troppo sconvolto per dilungarmi, non riesco a trovare parole, né di dolore, né di disgusto per ciò che è accaduto. Come posso sopportarlo?Come posso sopportare questo insulto alla mia persona, alla mia famiglia, al mio essere profondamente romano? Sì, come posso sopportarlo? Mio zio, uomo stimato e retto, trucidato da un barbaro. Un volgare essere che non merita neppure di laccargli le suole dei sandali. La mia mano trema anche solo nel scrivere questa parola: barbaro.Come se non bastasse, insieme alla tua lettera, mi è arrivato il dispaccio del divino Cesare che mi ordina di partire con la mia legione, alla volta della Britannia. Non avrò nemmeno l’onore e la possibilità di piangere il sepolcro del mio adorato zio!Non poserò mai più gli occhi su di lui e forse neppure sulla sua pietra tombale. Non è giusto e io ardo come un fuoco perpetuo, urlo la sola parola che potrà lenire questa mia ferita sanguinante.Vendetta.Vendetta e ancora vendetta, solo questo. E sarà terribile, amico mio.Terribile.E tanto più dovrò aspettare in quelle lande desolate e lontanissime, tanto più la mia vendetta sarà spietata. Il mio sfregio, questa cicatrice che sfioro ogni sera e che segna indelebile il mio volto mi ricorderà ogni giorno, ogni istante il mio scopo.Vendetta.Rufo pagherà fino all’ultima goccia di sangue perché è lui la vera, sola vergogna di Roma.Vendetta, solo questo dico e penso, solo per questo vivrò.Vale!Publio
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RispondiEliminaGrazie di cuore al blog! Spero il nuovo libro sia un'altra avvincente avventura per tutte le lettrici, un abbraccio!
RispondiEliminaGrazie per regalarci delle storie bellissime!!!!
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